Ho vissuto in diversi Paesi e dovunque andassi, per anni, mi portavo il mio bel carico di valigie e poi via, a comprare. Poi mi rispostavo e mi trovavo ad abbandonare decorazioni e suppellettili, vestiti, scarpe, libri. Niente di vecchio o strausato, parlo di cose nuove. Abbandonate.
Ricordo ancora uno di questi traslochi, valigie date ad amici e parenti in visita da riportare in patria, un paio di pacchi spediti e poi ... Apro l'armadio e ci ritrovo una giacca, comprata all'arrivo e messa una volta.
Bella. Morbida. Calda. E ingrombrante.
Chiudo l'armadio e non ci penso più?
Chiudo l'armadio ed eccome se ci penso.
A quanti di voi è successo? L'ansia di rendere una nuova casa un po' più mia mi portava a riempire i muri di poster e gli armadi di cose. Ho lasciato una scia di me in giro per il mondo.
Quella coperta gialla lì. Quei sandali blu là. Una sciarpa, un cappello. Magliette. Creme.
Poi è successo che mi sono fermata, più del previsto. 4 anni di fila nella stessa casa.
Ho comprato un letto, una libreria, una bici.
Quintalate di vestiti. Un tostapane, tazze, una bilancia.
Non era casa mia, ma era casa.
Però poi è arrivata quell'occasione, di seguire un sogno e partire ancora.
La aspettavo da talmente tanti anni che non ho pensato alle cose, ho pregato silenziosamente che tutto andasse bene e potessi partire e poi, ottenuto il permesso, smorzatasi l'overdose di adrenalina, eccola là, la realtà pesante delle cose.
Non ce l'avrei mai fatta a vendere, impacchettarle, regalarle.
La partenza nel giro di poche settimane mi ha lasciato una sola opzione.
Pagare l'affitto alle mie cose.
Non le ho portate neppure in un magazzino, le ho lasciate ad occupare la mia stanza, mentre io ero altrove, a vivere una vita minimalista dopo anni e anni di consumismo.
Ebbene sì, sono partita con una valigia da 20kg e una da 10.
E basta. Non ho più comprato altro, eccetto un cuscino comodo, 2 paia di calzini extra e una canottiera.
Ho vissuto con un armadio semivuoto, in una grande stanza luminosa.
Ho usato la stessa tazza per tutto l'anno.
Ho usato un paio di scarpe fino a logorarle.
Ho cominciato ad odiare lo shopping.
Ho smesso di frequentare negozi.
Ironia della sorte mi sono trovata a condividere casa con una superconsumista accumulatrice.
Io nella mi stanza quasi cella monastica. Pareti vuote, niente in giro. Superfici pulite, ordine.
Lei scatoloni sparsi, accumulo di vestiti, libri e riviste sul letto, sul divano, su ogni superficie disponibile.
Non ho perso tempo a spolverare, riorganizzare, scegliere, riporre.
Ero impegnata a vivere.
Ero impegnata a vivere.
Ho letto tantissimi libri presi dalla biblioteca pubblica.
Mi sono svegliata all'alba per guardare fuori dai finestroni.
Ho scritto.
Ho viaggiato.
Tanto.
Tantissimo.
Tantissimo.
Non mi è mancato nulla. Eccetto forse una lampada sul comodino.
Ho resistito perché sapevo che ne avrei avuta una dopo qualche settimana.
L'equazione lo voglio = lo compro si è dissolta.
Ho faticato terribilmente quell'anno a fare i regali di Natale.
I miei occhi non sono mai stati appesantiti dal disordine e l'accumulo.
Sono uscita, ho passeggiato, ho fatto tntissime foto.
Ho studiato, ho conosciuto tanta gente.
E la mia anima è guarita, senza volerlo, da quella malattia che poi ho ritrovato definita in un libro che ho letto anni dopo.
E la mia anima è guarita, senza volerlo, da quella malattia che poi ho ritrovato definita in un libro che ho letto anni dopo.
STUFFOCATION = stuff + suffocation (ne trovate un capitolo gratis qui stuffocation.org)
Soffocare sommersi dalle cose.
Vi dice qualcosa?
Lo avete mai sentito quel peso?
Guardate armadi e librerie ed avreste voglia di buttare tutto?
Io non l'ho fatto, almeno non così.
Perché dopo l'anno da minimalista per caso, sono tornata alla mia stanza abitata dagli oggetti.
E li è cominciato il mio cammino cosciente.
Soffocare sommersi dalle cose.
Vi dice qualcosa?
Lo avete mai sentito quel peso?
Guardate armadi e librerie ed avreste voglia di buttare tutto?
Io non l'ho fatto, almeno non così.
Perché dopo l'anno da minimalista per caso, sono tornata alla mia stanza abitata dagli oggetti.
E li è cominciato il mio cammino cosciente.
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