domenica 10 gennaio 2016

Come cominciare?

Se vi guardate un po' in giro, se leggete blog di minimalisti, se guardate video, vedrete che ognuno ha le sue strategie e metodi e che i più famosi hanno cominciato il loro esperimento minimalista - perché per la maggior parte delle persone di quello si trattava all'inizio, di un vediamo un po' se davvero funziona - in modi diversi.

C'è chi svuota tutta casa e butta via tutto, c'è chi vende o regala, c'è chi fa un mix, c'è chi sceglie un numero di oggetti (100, 33, 333 ...), li fotografa e spiega come vivere solo con quelli, c'è chi mette tutto in un deposito o in scatole e comincia a tirare fuori solo ciò che serve, poi in un periodo di tempo più o meno definito si libera di tutto il resto.

Io prima ancora di pensare alle cose che avevo, ho deciso di cominciare da quelle che avrei potuto avere, facendo una lista di tutto ciò che compravo e scegliendo un limite simbolico: 100.

100 cose da poter comprare in un anno, inclusi i regali per gli altri.
100 cose che non includevano il cibo e i prodotti delle pulizie o per l'igiene personale (comprando però per esempio un nuovo shampoo solo quando il precedente stava per finire).
100 cose che non includevano biglietti di aerei, treni, autobus, hotel ecc.

100 cose che però includevano una penna, un paio di calzini, una rivista.

Non è certo l'approccio magico, ma solo un simbolo del cammino che stavo intraprendendo.

Scrivere una lista facilmente rintracciabile di cosa si compra su un diario, o su un blog, mi ha resa pienamente cosciente delle mie cattive abitudini di spesa e accumulazione.
Prima compravo penne su penne e quaderni su quaderni, le cartolerie erano la mia perdizione. 
Così come le offerte in saldo a meno di 5 euro. Mi ritrovavo con una cinquantina di magliette, gonnelline, pantaloni, cappelli comprati in scontissimo e mai messi.

SCRIVERLO era una riflessione - e anche una confessione, perché all'epoca avevo deciso di farlo pubblicamente su un blog - su un mio comportamento inconscio: il comprare per comprare.
Come se una gita o un sabato pomeriggio non fossero significativi se non ne avevo un ricordo tangibile.

Il primo anno dell'esperimento grazie alla lista-coscienza ho comprato meno di 100 cose e, di queste, meno di 10 per me. Incredibilmente non ho avuto bisogno di altro. Ricordo 2 paia di calzini, una canottiera, un cuscino.

Sapendo di doverne scrivere, ho cominciato ad evitare le tentazioni. 
Le prime settimane mi rendevo conto che se fossi entrata in quel negozio ne sarei uscita magari con quella maglietta che in quel momento mi piaceva così tanto, o con l'ennesima tazza, o con un nuovo paio di scarpe. 

Ma ne avevo davvero bisogno? La lista che mi aspettava a casa era il mio monito.

E poi come usare quel tempo che prima sprecavo girando per negozi?

Passeggiando, facendo foto, incontrando amici per un caffè o una cioccolata calda, leggendo, scrivendo. All'inizio non era facile, ero abituata a guardare le vetrine, ad entrare nei centri commerciali, ad uscirne con qualcosina.

Poi però ricordavo quell'ansia che mi producevano le cose accumulate, riflettevo su usi alternativi del mio tempo e risorse. E nel giro di pochi mesi quella che prima era un'abitudine era scomparsa, sostituita da altri rituali ed attività piacevoli e anche più creative.

Ripeto: questo non è un approccio magico.
Ma solo un modo per cominciare, per capire cosa e quando si compra e perché.

La lista deve però essere ben visibile, accessibile, e bisogna definire chiaramente i propri parametri personali senza barare. 
Ho comprato una nuova borsa perché mi piaceva? Non vale ingannare se stessi e dire: sì, ma era un affarone e poi quella vecchia prima o poi si romperà.
Bisogna invece chiedersi: questo oggetto ha un valore reale nella mia vita, risponde a un'esigenza concreta? O l'ho comprato per gratificarmi dopo una settimana difficile, per dimostrare che lavoro tanto ma allora posso permettermi di comprare ciò che voglio, perché mi sentivo triste o di cattivo umore? Per creare invidia o ammirazione? Perché qualcun altro ce lo aveva? Per il gusto di avere qualcosa di nuovo?

Insomma, dato che comunque si continueranno a comprare oggetti e non andremo tutti d'improvviso a vivere nelle caverne, riflettiamo allora sul perché lo facciamo e cosa questo comportamento dice di noi e della nostra vita.




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