Tutto è cominciato quando ero adolescente e vivevo negli USA.
In Italia non si può dire che fossi popolare, in America invece nessuno mi conosceva, potevo essere chiunque.
E come definire chi ero o volevo sembrare di essere, se non comprando oggetti?
Per poi tornare in Italia ed essere l’unica che aveva quelle scarpe, quella maglia, quei quaderni, quelle penne?
40 kg di valigie riempite o più a viaggio, per costruire un personaggio.
Poi è continuata così per anni, in cui visitare un nuovo posto era anche comprare, il tempo libero aveva senso se c’era un giro al centro commerciale da fare.
Non ho mai speso troppo, ho sempre cercato offerte, sconti e saldi, riempiendo stanze all’inverosile.
Però c’era qualcosa che non andava.
Disordini alimentari, relazioni fallite una dietro l’altra, pseudologia fantastica, caos mentale. Collezionavo oggetti e inutili problemi.
Circondata da persone che vivevano allo stesso modo, ACCUMULANDO, non avevo mai capito il vero peso delle cose.
Eppure quel peso c’era (e c’è ancora in parte) e mi soffocava. Quanti di voi si sono sentiti prigionieri della propria casa e delle proprie cose? Stanchi di doverle spolverare, lavare, riordinare, organizzare? A sprecare ore e ore ad incastrarle, a trovargli un posto? Quanti di voi non ne possono più?
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