Secondo me molti falliscono nella loro missione minimalista perché sognano in grande e vorrebbero che un tornado magico passasse per le loro stanze ripiene di oggetti e portasse via gli accumuli senza sforzo. Ci si impone una sfida troppo esagerata e, al primo fallimento, si getta la spugna e si dimenticano i buoni propositi.
Allora una buona idea per cominciare potrebbe essere una scatola delle cianfrusaglie.
Messa in bella vista in una posizione centrale della casa, dove ogni giorno depositare qualche oggetto pescato da cassetti, armadi e librerie.
Non è necessario seguire un ordine logico: questo può essere il primo passo di liberazione, quindi nella scatola può finire di tutto.
Un portachiavi regalo del supermercato? Una penna che non scrive più? Il calendario dell'anno scorso? Quella maglietta che intanto non ti entrerà mai? L'ennesima crema aperta che si è rivelata un acquisto sbagliato?
Può andare bene qualsiasi cosa, anche se io consiglio di cominciare da oggetti piccoli (nella mia scatola erano finiti dei braccialetti, delle decorazioni a forma di gnomo eredità di una ex coinquilina, l'ennesima calcolatrice solare ...).
Direi che questo processo, per motivare davvero, potrebbe durare un mesetto.
L'importante è essere costanti: ogni giorno bisogna dedicare 5-10 minuti del proprio tempo a scovare l'oggetto inutile (che molto spesso sarà in bella mostra) e portarlo ritualmente alla scatola.
È utile pure fare una bella foto alla scatola piena (mi pento di non averlo fatto ai tempi).
Se però vi dispiace buttare alla spazzatura 30 cose, allora siete come me.
Certo ci saranno le evidenti cose che non potrebbero avere altri usi: penne che non scrivono, volantini di posti dove non andrete mai, cavi di vecchi telefonini (questi ultimi però vanno riciclati negli appositi punti di raccolta).
Per tutto il resto come sempre pensate a chi potrebbe fare piacere quell'ennesima tazza, a chi donare quella maglietta mai messa, dove abbandonare quella penna a forma di orso che non userete mai.
Vendere, regalare, barattare ... si può dare nuova vita a quegli oggetti?
Se ci fermiamo minimamente a riflettere sul fatto che la maggior parte di ciò che possediamo è stato prodotto in Cina o in India da lavoratori sottopagati, ciò che stiamo gettando non è più semplicemente un oggetto, ma parte della giornata e del lavoro di una persona decisamente meno fortunata di noi.
E allora troviamo una nuova casa per gli oggetti della nostra scatola delle cianfrusaglie.
Chi può volere quei calzini pelosi? E un blocchettino di Hello Kitty? Un bagnoschiuma al limone?
Come al solito basta ricorrere alla propria cerchia di amici e conoscenti, più che altro via facebook, pubblicare foto e chiedere se qualcuno è interessato (vi sorprenderà scoprire che a qualche amico servono proprio quelle scarpe vecchie perché vuole usarle per andare a fare rafting, e c'è chi - come me - si prende anche vecchi manici di scopa per usarli nell'orto).
Certo è un processo più lungo che la semplice passeggiata al cassonetto, ma secondo me molto più introspettivo e soddisfacente.
Non solo vi libererete di 30 oggetti, ma riflettendo sull'uso di ciascuno, sul da dove vengono e perché li avete, la prossima volta che vi verrà la tentazione di prendere un righello a una fiera perché intanto è gratis, fare mambassa di candele da Ikea perché sono proprio vicino alla cassa, comprare quei jeans troppo stretti proiettandovi nel futuro di improbabili 5kg in meno, ecco, quando vi troverete in una nuova situazione in cui spendere sarà facile facile, ci penserete due volte prima di portarvi l'ennesima cianfrusaglia a casa.
Eliminare sì, ma non buttare.
Minimalismo sì, ma non spreco.
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