domenica 21 febbraio 2016

Libro #1: Il magico potere del riordino - Marie Kondo

Essendo diventata minimalista un po' per caso, non avrei mai pensato di trovare così tanti libri su questo argomento. Poi di link in link ho cominciato a vedere ripetersi gli stessi titoli e gli stessi autori e ho pensato che, oltre a seguire varie pagine facebook e twitter di minimalisti, forse avrei potuto scovare consigli anche in pubblicazioni più lunghe e consistenti.

Marie Kondo l'ho sentita nominare per la prima volta in Italia, poi però ho visto il suo libro un po' ovunque in giro durante i miei viaggi. E dato che sono in fase avanzata di riordino, ho pensato che qualche consiglio in più non avrebbe mai fatto male. 

Il libro io l'ho letto in inglese e forse la resa sarà leggermente diversa rispetto all'italiano.
A volte il tono mi è sembrato arrogante e freddo, altre molto naif ed eccessivamente spirituale, in alcune occasioni mi sembrava di leggere il diario di una persona affetta da disturbi ossessivi-compulsivi.
Bisogna tenere a mente che comunque si tratta di un'autrice giapponese e che quindi varie delle cose che scrive sono impermeate di cultura ed abitudini giapponesi.

In ogni caso qui voglio soffermarmi sugli aspetti che mi sono sembrati utili

1) Trovare un posto fisso per le cose che si possiedono e rimetterle sempre al loro posto quando si finisce di usarle.
È vero, verissimo ed utilissimo. Io ho un posto fisso per circa il 70% delle mie cose: chiavi appese accanto alla porta da quando vivo in questa casa, vitamine da prendere di mattina sul comodino, fotocopie e libri che uso al lavoro in una parte specifica della libreria. E allora le prendo e le rimetto a posto in automatico. Poi c'è quell'altro 30% di cose che vaga per casa. Non mi ero mai resa conto che sono proprio quelle cose che creano il senso di accumulo (vestiti sulle sedie, bottigliette d'acqua, penne e pennarelli, cose che mi vengono date o regalate), perché i miei occhi le registrano come disordine, non avendo un posto proprio a cui tornare.

Tidying is a special event. Don't do it everyday.
Pulire è un evento speciale. Non farlo tutti i giorni.

Così sto mettendo in pratica il consiglio e trovando un posto fisso anche agli oggetti vaganti. 
Giacca e sciarpa sempre appese a un gancio dietro alla porta. Ciabatte sempre accanto al comodino. Fogli extra tutti in una cartellina sulla scrivania.
Risparmio di tempo garantito. È solo questione di abitudine.

2) Ci sono due tipi di persone: quelle che non riesco a buttarlo e quelle che non lo rimetto a posto

Io, lavorando sul punto precendente, sto passando da un mix di entrambe le categorie a solo la prima. Credo sia più facile trovare posto alle cose che buttarle, che mi sembra una decisione a volte molto difficile. Ci devo lavorare! Voi di che tipo siete?Analizzare se stessi e le proprie abitudini prima di cominciare il processo di riordino e smaltimento è necessario a capire qual è il nostro rapporto con le cose e con noi stessi.

3) Visualizzare il proprio stile di vita ideale, la propria casa ordinata.
E poi, prima di cominciare tutto il processo di selezione di ciò che resta e ciò che verrà eliminato, bisogna chiedersi perché, perché, perché. 
Perché mi immagino che di sera vorrei arrivare a casa e sedermi sulla poltrona in veranda e bere una tisana e leggere? Perché mi immagino di avere abbastanza spazio nella mia stanza da letto per fare un po' di stretching o yoga?  Perché vorrei avere tutti gli ingredienti di cui ho bisogno per cucinare ben visibili in cucina?

Bisogna chiedersi 3-5 volte perché. Per ogni desiderio di vita perfetta.
Voglio sedermi in veranda di sera per rilassarmi dopo un lungo giorno al lavoro. Perché voglio un momento di stacco silenzioso, dopo una giornata fra la gente, in un angolo mio. Perché ho bisogno di mezzora di transizione prima di andare a letto. Perché voglio dormire bene e non voglio essere stanca la mattina dopo.

Il punto, spiega la Kondo, è arrivare a capire come - mettendo in ordine e liberandoci di cose - si può arrivare ad essere felici. Poi si è pronti per iniziare il processo di liberazione.

4) Il processo di liberarsi delle cose che descrive l'autrice mi sembra un po' troppo esagerato e mistico per quello che è il mio carattere. Toccare le cose, accarezzarle, vedere se sprizzano gioia non fa per me. Anche perché conoscendomi so che ci sono cose che in questo periodo magari non mi interessano o non mi provocano felicità, ma fra qualche mese potrebbero di nuovo essermi utili, aiutarmi in qualche modo.
Però mi è piaciuta una frase:

We should be choosing what we want to keep, not what we want to get rid of.
Dovremmo scegliere cosa tenere, non di cosa ci vogliamo liberare.

Ci sono cose che istitivamente sappiamo di voler avere nella nostra vita. E di solito sono le cose che usiamo di più. Se sono in eccesso spesso finiscono addormentate in un armadio e perdono il loro potere di renderci felici. A questo punto meglio averne meno e ben organizzate e accessibili, usandole e apprezzandole davvero. Tutte le nostre cose in un modo o nell'altro dovrebbero apportare felicità alla nostra vita.

5) L'ordine in cui si deve realizzare lo sfoltimento: prima vestiti, poi libri, carte e incartamenti, roba varia e infine i ricordi. 
Decisamente utile. Se si comincia dai ricordi - cosa che in molti fanno, trattandosi di roba vecchia - non si procederà. Anche se il libro a volte da l'idea che il processo si realizzi velocemente, poi si vede che ci si possono mettere 6 mesi e una volta seguiti tutti i passi consigliati non si tornerà più indietro.

Per alcuni può essere un'impresa titanica, io personalmente essendo anticonsumista so già che quando avrò finito il mio processo di smaltimento non ne comincerò uno nuovo di accumulo, quindi personalmente il metodo consigliato non fa per me, ma chi ha bisogno di un ora o mai più, tutto o niente, potrà probabilmente apprezzarne di più la radicalità.

Sono d'accordissimo con l'autrice che una volta abbracciato il cammino dell'ordine e del minimalismo tanti altri aspetti della nostra vita possono cambiare: perdita di peso, migliori relazioni, più concentrazione, meno tempo perso, miglioramento nella capacità di comprendere ciò che davvero ci piace, meno shopping compulsivo per soddisfare necessità altre.

Insomma, anche se mi aspettavo più consigli su come mettere in ordine, l'obiettivo del libro in realtà è proprio farci rendere conto che se si possiedono solo il numero giusto di cose e se a tutte si assegna un posto determinato, la necessità di mettere in ordine di continuo sparirà!

Buona lettura!


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