sabato 5 marzo 2016

Mini case

Non so voi, ma il mio sogno sarebbe vivere in una minicasa.

Non so neppure come ho scoperto il tiny house movement.

Forse cercando video per le mie lezioni e un tema di conversazione diverso dal solito.
Forse perché da piccola il mio sogno era la casetta su un albero, rimpiazzata da una casetta di legno in terrazzo, costruita da mio nonno e sfondatasi sotto il peso della neve.

Forse perché l'avere poco spazio ti obbliga necessariamente a riflettere su come riempirlo e a trovare soluzioni creative per vivere al (massimo con il) minimo.

Mi ricordo però che il primo video che ho visto è stato questo qui.



E il nucleo di tutte le interviste a proprietari di minicase che ho poi ascoltato è fondamentalmente uno:

la casa deve essere pratica e comoda, un luogo di relax e pace.
Non deve essere una prigione o un ciclo infinito di pulisci, metti a posto, trova spazio, riordina.

Anzi, più la casa è a misura giusta e priva di inutili fronzoli, più si avrà voglia - E TEMPO - di passare le proprie giornate fuori, a fare sport, a passeggiare, a sfruttare al massimo le ore libere.

Voi ci vivreste in un posto così?

Io in quel miniappartamento no, non è del mio stile e credo che ognuno debba analizzare e capire qual è il proprio concetto di comodità.

Vivrei piuttosto in un posto così.


Ho proposto questo video in classe l'altro giorno e - come c'era da aspettarsi - nessuno sceglierebbe questa minicasa come residenza permanente, al massimo un mese, dove metterei tutte le mie cose? e se litigo con il mio compagno dove vado a sbollire?

Domande interessanti, che fanno riflettere sulle nostre priorità.



giovedì 3 marzo 2016

Ultimatum minimalista

Mi sono data un ULTIMATUM.

Non so se può funzionare come strategia perché ho scelto una data abbastanza lontana e tenerla presente per non ridurmi all'ultimo momento non so se sarà facile.

LUGLIO 2017, ecco, rendendolo pubblico forse funziona meglio.

Per quella data voglio ridurre al 30% ciò che possiedo.
Eliminare dunque 7 cose su 10.

Ho scelto una data simbolica. Saranno 10 anni che vivo nella stessa casa.
Di cui un terzo di accumulo e due terzi di sfoltimento.
Detta così rende l'idea di quanto tempo si perde appresso alle cose, no?

Il mio ordine di sfoltimento (già cominciato da un po') è il seguente:

- cartacce
- cose inutilizzabili o rotte (portate negli appositi punti di riciclaggio)
- cose da poter donare per mercatini di beneficienza (ho fatto fuori due buste di ninnoli, oggettini, quadernini, spillette, calamite)
- vestiti da poter regalare a persone che conosco
- oggetti da abbandonare nell'armadietto di bookcrossing e non solo che ho messo su al lavoro (meno i libri, tutto il resto vola via!)
- cose vendibili
- oggetti barattabili in cambio di cibo

Per ora ho proceduto così, un po' alla rinfusa, ma più o meno rispettando queste categorie.

Ora c'è la fase vendita di cose che tenevo perché non si sa mai, mi potrebbero essere utili per lavoro.

Sono quasi tutti libri, e non faccio più neanche lo stesso lavoro! L'attaccamento è più emotivo che altro, certi non li ho neanche mai usati. Dunque la nuova regola è: se sento in giro che qualcuno ne ha bisogno e vuole comprarseli in un negozio, offro ciò che ho io a prezzo basso e dono in beneficienza i soldi.

Vediamo se si smuove qualcosa.

Ho la fortuna di vivere in una città piccola e di avere parecchi contatti in tanti settori. Quindi sono più fortunata di tanti altri. DEVO approfittarne.

Ce la farò?